giovedì 19 agosto 2010

La storia del caffè e di starbucks

Nn esisite l’ombra di un caffè espresso.

L’unica bevanda che risponde a qst nome in us è un beverone di almeno 30-40 cc caldo da ustione di 3° grado che si porta in giro in comodi bicchieroni di cartone sempre riciclato, come tengono a farci sapere.

Può avere varie sfumature: con vanilla, cinnamon, milk, cream, italian cream, franch flavour…

Mentre sarebbe interessante chiedere ad un francesce cosa sia il franch flavor, dell’italian cream nn c’è nulla da dire.

L’elenco dei possibili mix è sterminato e inutile (“frappuccino” con ciliegia su tutti).

Cmq in uno starbucks il “tall” è 35 cc mentre il “grande” arriva vicino al litro, immaginatevi di fare colazione con una cosa come un paio di ns birra medie piena di caffè.

Sa di poco e forse è più il gesto che lo caratterizza: si beve piano lentamente, mentre si fanno le normali cose della vita quotidiana. Lo si appoggia, ovunque ci sono gli appositi posti, lo si porta in giro sorseggiandolo da un tappo con un buco ergonomico per le labbra.

Il caffè x noi è veloce, immediato, forte e contenuto in un unico luogo. Un’altra cosa.

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