mercoledì 25 agosto 2010

Bryce Canyon

È uno dei parchi preferiti dagli americani, aperto tutto l’anno è obiettivamente organizzatissimo e fra i più belli che abbiamo visitato. Trails (sentieri) di tutti i tipi e di tutte le difficoltà si dipanano per il parco alternando scarpinate fra le falesie a tranquille passeggiate nel bosco.

Stoicamente decidiamo di fare “le migliori 3 miglia dell’universo“… va beh ok dell’universo l’ho aggiunto io, ma l’opuscolo del parco più o meno lo definisce così! Effettivamente ha ragione. Il primo tratto è una discesa ripidissima fra le falesie rosse, rossissime fino ad arrivare giù giù in fondo al canyon dove gli alberi si ostinano a crescere e dopo aver percorso un tratto nel bosco si risale fra scoiatoli e turisti tedeschi (mi serviva un altro tipo di wildlife ;) )

Le tre miglia in salita a 3000 metri le paghiamo tutte nel pomeriggio quando ci trasciniamo fra i vari view points. Qualche foto ai daini che imperturbabili mangiano sul ciglio della strada e torniamo al nostro lodge a guardare i cavalli che si aggirano a una decina di metri, cena con T Bone e ci sentiamo un po’ più cowboys anche noi.

M

Capitol Reef

In pochi metri si concentra buona parte della storia americana. Petroglifi indiani fanno da sfondo a una scuola mormone abbandonata all’inizio del secolo scorso e a poca distanza la via che tutti i giorni intraprendevano i minatori per andare a lavorare e Butch Cassidy per nascondersi dai cacciatori di taglie. Sulle pareti restano i loro nomi e a noi l’emozione di percorrere una strada che sembra creata per tendere agguati.

Fruita, un tempo villaggio mormone, è la testimonianza di un modo di vivere diverso, i frutteti sono lasciati a “disposizione” di tutti, la frutta che mangi sul posto è gratuita, quella che raccogli la pesi e la paghi lasciando i soldi nella cassettina all’ingresso del campo, dove fra l’altro trovi tutta l’attrezzatura necessaria per la raccolta. Un giardino, un ponte di legno sul ruscello e la casetta mormone dove vendono pie di cinque tipi diversi completano il quadro. Uno dei miei posti preferiti in assoluto.

M

martedì 24 agosto 2010

Rafting on the Colorado river

partenza ore 8 am da moab.

il pulman che ci porta al punto di discesa sul colorado è un pulman tipico americano (ma perchè ci sono ste differenze anche nel costruire un banalissimo pulman?) una scatola di metallo rigida con le poltroncine doppie su entrambi i lati, tutto fatto di metallo, dentro e fuori.

l'autista è ciccione di ca 30 anni che guida ascoltanto bob marley. un ventilatore appeso tra i parabrezza ed il tetto del pulman gira stanco nel tentativo di rinfrescarlo.

arrivamo al punto di discesa. la guida (una americana di colorado con il grand-grandfather tedesco) prepara il canotto, i remi e ci racconta alcune cose da fare o nn fare.

con tutti i nostri bei giubottini saliamo su un tipico gommone da rafting rosso. siamo in 8, 4 x lato.

la discesa è piacevole, il colorado normalmente è molto tranquillo. in qst pezzi apprezziamo il panorama e vediamo anche un paio di strani enormi uccelli da fiume.

passare tra i canyons dal basso, anzichè vederli dall'alto è meraviglioso.
l'acqua è rossa/arancione, il fiume è in bassa, profono un paio di metri e largo 30-40.

nel tragitto incontriamo 4 rapide che la guida ci insegna come passare. tutti con il remo in mano al suo grido forward iniziamo a remare tra schizzi e salti del canotto.

davvero carino! in italia dove è che si fa rafting? forse sulla dora riparia... ci dobbiamo informare.

alla fine della mattinata ancora bagnati risaliamo sul pulman che ci riporta a moab.

Dead horse point - canyonlands

Il dead horse è uno dei viewpoint più belli del west. ha una panoramica davvero senza confini di canyons rossi formatisi con un'erosione che dura da 150 mil di anni e altipiani con in mezzo un'ansa del colorado che forma un gooseneck incredibile. si raggiunge da moab in un'oretta circa.

nel 1800 i cowboys portavano i mustangs a pascolare nelle mese formate tra qst canyons che formavano una sorta di recinto naturale. il significato del nome del posto viene spiegato con un racconto tra verità e leggenda.

la leggenda, appunto, vuole che alcuni mustangs lasciati nella mesa, una volta che i cowboys abbandonarono i pascoli, rimasero cmq dentro il canyon senza uscirne morendo di sete con la vista del colorado che scorreva sotto di loro.

davvero uno splendido overlook dove sono state girate molte delle scene di thelma&lousie.

vicino al dead horse si trova il parco di canyonlands. innumerevoli punti aprono la vista su distese sterminate di valli e canyons formatisi con l'erosione di rocce millenarie da parte della pioggia, neve e colorado che ora scorre su una stratificazione rocciosa che risale ad alcuni milioni di anni prima che comparissero i dinosauri.

Arches

Il primo giorno che siamo entrati ad arches siamo tornati indietro x via di un flash flood che ci ha impedito di andare oltre. i flash flood sono uno degli incubi di qst posti. arrivano veloci, flash appunto, e fanno un sacco di danni. fulmini che colpiscono cose, incendi, strade chiuse xchè allagate. ovunque ci sono indicazioni su come comportarsi in caso di floods. è una concezione della sicurezza tutta loro, molto diversa dalla quella europea di "attenzione" e regole da seguire. dicono tutto ovunque e anche le cose più ovvie. alla fine le regole sono cmq rispettate anche se nn percepite.

Torniamo la mattina dopo con un bel sole e un allegri 85 f di mattino, ore 9. Il parco è caratterizzato dagli archi che si sono creati nelle rocce negli ultimi milioni di anni.
Ci sono innumerevoli archi, alcuni facilemte raggiungibili, altri con qlc miglio di cammino, altri ancora con svariate miglia di cammino. i facili li facciamo tutti. gli archi con le svariate miglia di cammino le vediamo dai viewpoint e overlook.

Decidiamo con serenità di vedere almeno uno di qll medi: il double o arch.
3 miglia (ca 5 km) che si inerpicano su rocce qs verticali e costoni che sovrastano una fetta di parco. camminiamo in cima a rocce e passiamo sopra e sotto strapiombi con gli ameni 85 f che sono diventati qlc di più.

Il percorso è davvero incantevole e lascia vedere una fetta di parco che nn si immagina dalle solite trials più popolate. incontriamo un californiano che sta facendo la gita scalzo. è un anno e mezzo che nn si mette le scarpe. c'est la vie.

Moab - lost bufalo

OK siamo a Moab, ridente cittadina nel mezzo di 4 parchi dello utah. Passeggiando x l’unica strada di moab, su cui si affacciano tutti gli hotel, negozi e uffici della città, verso le 9 di sera sentiamo uscire da un locale le note un po’ arrangiate di folsom prison blues.

Buttiamo un occhio dentro il locale. Stile surfista con tavole appese alle pareti personaggi easy appollaiati sul bancone e sui vari sgabelli. Il tipo che serve è un ventenne stile californiano aigais’r’u’in tutto in un’unica parola.

Suonano i lost bufalo: un duo locale di sessantacinquenni tutti vestiti da cowboy da cappello a stivale che con un mixer e un amplificatore allietano i presenti.

Entriamo.

L’oretta che passiamo dentro è carina e piacevole. I due ammiccano e cantano con tono roco e blues/country canzoni più o meno note dell’america anni ‘60.

Alla fine andiamo via salutandoli con un bel gesto cowboys.

Abbiamo comprato anche il loro cd.

domenica 22 agosto 2010

Monumet valley

La valle degli spiriti si trova in pieno territorio riserva navajo. Si percorre con una strada di ca 23 miglia che la attraversa tutta facendo un loop che ritorna al punto di partenza. È una valle rossa e marrone, aperta e sconfinata in cui torreggiano gigantesche rocce che nei milioni di anni hanno assunto forme spettacolari. La ns mustang assettata fa un po’ di fatica a percorrere lo sterrato, soprattutto nei punti in cui il dislivello è alto, ma proseguiamo confortati da 3 giovani navajo che ci dicono nice car!!

È facile capire come mai la valle sia considerata dimora degli spiriti per i navajo così come è facile ritrovare innumerevoli location di john ford.

Visitiamo anche il primo trading post della valle. Fondato nei primissimi anni del 900 da una coppia che si era spinta fino a qst punto del west decidendo di fermarcisi e di costruire una casa ancora conservata come era ai primi del secolo scorso. Dentro si trova un museo con foto e notizie su quegli anni di vita della coppia e su come siano riusciti ad evolvere il loro punto estremo raggiunto in un centro di incontro tra indiani e americani. Sono presenti foto, documenti e ancora l’arredo originale di sala e cucina.

Storie di far west.

30 anni dopo la maestosità di qst posti venne immortalata in film con jhon wayne e il mito si diffuse. È stata la location di innumerevoli set e di attori storici e un piccolo museo ne espone qlc ricordo, tutta la filmorafia western, easy raider, 2001 odissea nello spazio e tantissimi altri…